
Nella realizzazione dell'opera nulla è definitivo fino a che è l'opera stessa a sovrastarmi con la sua vitalità.
Una parte di me
Nel 2015 ho iniziato uno studio sui materiali di uso industriale (pannelli in polistirene, scarti di supporti per l'industria, superfici plastiche, smalto, bitume..) con l'intenzione di rendere ciò che definisco ritrovamenti di archeologia urbana, unicità estetiche. Nel processo espressivo cerco di dare nuova vita e identità ai materiali che scelgo e assemblo annullando la ripetizione d’ uso e il facile riconoscimento a cui sono destinati e ‘sigillando’ le opere in teche di plexiglas che ridefiniscono e illuminano lo spazio che li accoglie. Le opere affermano la loro originalità attraverso una ricerca che parte dall'espressionismo astratto, ma che si snoda attraverso alcuni aspetti del classicismo. Alcune serie di lavori, si ispirano a scritti di filosofi come ad esempio Gilles Deleuze relativamente alla serie 'Rizoma'. Nel caso della serie 'Fondamenta' il tema è il processo trasmutativo dell identità, attraverso un indagine soggettiva ed esistenzialista. Nella serie 'Rumore bianco' il tema è la fabbrica e i suoi abitanti. A parlare sono sempre i materiali, recuperati perlustrando l'industria e osservando le dinamiche umane che si svolgono in questi spazi
Contemporaneamente, continuo a lavorare utilizzando colori ad olio, su tele di media e grande dimensione. Sono lavori che trovano la loro origine in scatti fotografici di ambiente urbano, ma non solo, essi sono il risultato di una percezione visionaria del paesaggio naturale: in ambedue i casi sono generati nel continuo dialogo tra visibile percepito ed invisibile sentito. È una pittura di tocco, nella quale spesso la processualità dell'idea si arrende alla germinazione spontanea. Mi esprimo con una texture materica fatta di sovrapposizioni sfaldate, oppure colori più acquosi e campiture monocromatiche. Cerco di conferire un' espressione ad una determinata forma, indagandone la vita e la singolarità. Ad ogni inizio pittorico provo ad annullare l' impulso a ripetermi per entrare nella dimensione dell'inatteso, del non riconoscibile, facendomi condurre all'origine sia fenomenologica che ontologica della memoria e del mondo.
Al mio primo mentore Renzo Casali devo l'idea dell'arte come visione totalizzante, la ricerca artistica come attitudine al gioco e alla soggettività pura. Dal suo insegnamento ho assimilato idee e regole che per me valgono sempre tra cui il movimento circolare dell azione creativa che sfocia in una sorta di atemporalità e la logica de senso che è tutt'uno con il paradosso del non-senso. Quando possibile, realizzo affianco all' esposizione, brevi performance teatrali, video, o inserti sonori e vocali.